La nuova direttiva introduce una serie di reati ambientali, dall'illegale commercio di legname alla contaminazione delle risorse idriche, dalle violazioni delle normative sulle sostanze chimiche all'inquinamento derivante dalle navi, fino alla gestione scorretta dei rifiuti, e altri ancora. In particolare, i "reati qualificati" o "ecocidi", che comportano la distruzione di ecosistemi e la perdita di biodiversità, saranno sanzionati con pene detentive fino a 8 anni, estendibili a 10 anni in caso di perdita di vite umane.
Le imprese inquinanti affronteranno sanzioni pecuniarie che variano da 24 a 40 milioni di euro, oltre al dovere di ripristinare l'ambiente danneggiato e risarcire i danni arrecati. Inoltre, la direttiva prevede protezioni per chi segnala atti criminali ambientali attraverso il whistleblowing.
Nel suo articolo (qua sotto), il Prof. Pezzini sottolinea l'urgenza di proteggere l'ambiente per le generazioni future e di adottare misure concrete per contrastare il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e il degrado ambientale. La nuova direttiva rappresenta un impegno concreto per affrontare queste sfide e per punire coloro che le ignorano. Ora è essenziale che gli Stati membri recepiscano la direttiva nei tempi previsti e collaborino pienamente per attuare le misure necessarie a garantire una tutela efficace dell'ambiente. I'obiettivo è preservare il pianeta per le generazioni future e assicurare un futuro sostenibile per tutti.
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