Rinviati al 2040 gli obiettivi Ue sulla Qualità dell'Aria: Uno studio indipendente avverte del rischio di 100mila morti in Italia.

 

Un recente studio pubblicato nell'autorevole rivista scientifica International Journal of Public Health stima che quasi 330.000 vite umane, di cui un terzo in Italia, sarebbero a rischio in Europa a causa del ritardo di 10 anni nell'adeguamento ai nuovi limiti sulla qualità dell'aria consigliati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questo ritardo è promosso anche dal governo Meloni. La direttiva europea sulla qualità dell'aria necessita di un aggiornamento urgente poiché l'ultima versione risale al 2008 e stabilisce limiti ormai obsoleti per inquinanti atmosferici dannosi come il particolato (PM2,5) e il biossido di azoto (NO2). Attualmente, i limiti stabiliti dall'UE sono molto più alti rispetto alle raccomandazioni dell'OMS, il che pone a rischio la salute pubblica.

Il Piano d'Azione Zero Inquinamento 2021 della Commissione Europea, parte integrante del Green Deal, sottolinea l'importanza di allineare la legislazione dell'UE con le evidenze scientifiche e le raccomandazioni dell'OMS.

Le posizioni tra il Parlamento Europeo e il Consiglio dell'UE sono divergenti. Mentre il Parlamento Europeo ha votato a favore dell'allineamento ai dettami dell'OMS entro il 2035, il Consiglio, rappresentante degli Stati Membri, propone limiti più alti, posticipando l'attuazione fino al 2040 e introducendo deroghe alla direttiva che potrebbero ostacolarne l'efficacia nel garantire un'aria pulita. Le richieste di deroghe, presentate soprattutto dall'Italia, si basano su motivazioni geografiche e socio-economiche, ignorando le soluzioni alternative disponibili e necessarie.

La nuova direttiva imporrà agli Stati membri di sviluppare piani per la qualità dell'aria nelle aree in cui i livelli di inquinanti superano i valori limite. Questi piani dovranno includere misure per ridurre il periodo di superamento dei limiti e stabilire autorità responsabili dell'attuazione. Inoltre, saranno necessarie soglie di allarme per proteggere la popolazione dai livelli elevati di inquinanti e piani d'azione immediata in caso di superamento di tali soglie. Gli Stati membri dovranno anche istituire siti di monitoraggio per raccogliere dati a lungo termine sugli inquinanti e garantire l'accesso alla giustizia per coloro che desiderano contestare la mancata attuazione della direttiva.

È evidente che i ritardi nell'attuazione della direttiva comporteranno gravi conseguenze per la salute pubblica e aumenteranno le disuguaglianze sociali ed economiche in Europa. Gli impatti si faranno sentire soprattutto nei Paesi più poveri dell'Europa orientale e in Italia, con conseguenze che vanno ben oltre il numero di vite perse, comprendendo malattie croniche, impatti sulla salute mentale e costi sanitari elevati.

 

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