Appena il 7,2% dei materiali consumati trova una seconda vita.

 

 

Il nostro pianeta è sempre più incapace di rigenerare i materiali che produce e consuma. Nonostante il costante dibattito sull'economia circolare, il riutilizzo delle materie prime secondarie è praticamente fermo. Secondo il recente rapporto annuale del think tank Circle Economy, il tasso di circolarità, indicatore della capacità di reintegrare le materie prime secondarie, si è fermato al 7,2%, mantenendosi invariato rispetto all'anno precedente. Un declino preoccupante se confrontato con il picco del 9,1% nel 2018, evidenziando che soltanto il 7% dei 100 miliardi di tonnellate di materiali consumati globalmente è sottoposto a riciclo.

Il rapporto rivela che negli ultimi sei anni, l'economia mondiale ha consumato 582 miliardi di tonnellate di materiali, una cifra vicina ai 740 miliardi consumati nell'intero XX secolo. L'approccio lineare ha causato un aumento esponenziale del consumo, dell'inquinamento e della produzione di rifiuti, esercitando una pressione insostenibile sugli ecosistemi e sulla biocapacità della Terra.

La responsabilità di questo consumo eccessivo ricade principalmente sulle nazioni più ricche, responsabili della maggior parte degli impatti ambientali. Paesi ad alto reddito, come l'Unione Europea e gli Stati Uniti, rappresentano oltre la metà del consumo globale di materiali, nonostante costituiscano solo l'1% della popolazione mondiale.

Il Circularity Gap Report propone soluzioni mirate per paesi in transizione, economie in crescita e paesi in fase di sviluppo. Tra le raccomandazioni, si evidenzia la necessità di una drastica riduzione dell'utilizzo di materiali e l'adozione di modelli di consumo circolari per i paesi in transizione. Per le economie in crescita, si consiglia di stabilizzare il consumo attraverso pratiche circolari. I paesi in via di sviluppo sono incoraggiati a svilupparsi in modo sostenibile, adottando anch'essi un approccio circolare per evitare gli errori commessi da altri.

Le raccomandazioni specifiche comprendono incentivi per l'ammodernamento e il riutilizzo degli edifici, lo sviluppo di certificazioni per materiali da costruzione secondari, la definizione di standard di durabilità del prodotto e il rafforzamento della legislazione sul diritto alla riparazione. Implementando politiche circolari, il rapporto suggerisce che l'uso dei materiali potrebbe essere ridotto di un terzo, portando a un mondo due volte più circolare e sostenibile.


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