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Di recente è stato rilasciato il nuovo rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, evidenziando come l'aria in Europa sia ancora fortemente inquinata, superando nettamente i limiti indicati dalle Linee Guida sulla Qualità dell’aria dell’OMS.
Secondo questo report, una riduzione dell’inquinamento potrebbe prevenire in Europa un numero considerevole di morti premature: 253.000 dovute all’esposizione al particolato fine (PM2.5), 52.000 al biossido di azoto (NO2) e 22.000 all’ozono (O3).
È allarmante notare che l’Italia registra l’impatto più pesante in tutta Europa: 46.000 morti premature legate al PM2.5, 11.300 al biossido di azoto e 5.100 all’ozono, rappresentando approssimativamente un quinto dell’intera mortalità nell’Unione Europea.
l rapporto indica anche che nel 2021
l’Italia contava 415.400 anni di vita persi a causa del PM2.5, oltre
100.000 per l’NO2 e 46.700 per l’esposizione all’ozono. E ancora, la scheda riferita specificamente al nostro paese, evidenzia che la situazione in Italia è addirittura peggiorata rispetto al 2020.
Ciò che emerge in maniera evidente da questo report è la mancanza di una visione concreta da parte della classe politica italiana riguardo alla qualità dell’aria. Negli ultimi 20 anni, sono state adottate politiche controproducenti, alimentando una narrazione che favorisce pochi a discapito di milioni di cittadini italiani. Queste azioni hanno comportato uno scambio ingiustificato tra salute pubblica e sviluppo economico, con conseguenze deleterie per la popolazione.
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