Questo caso è diventato un fulcro di attenzione nelle ultime settimane, con giovani attivisti, sostenuti dalla Global Legal Action Network (Glan), che chiedono misure più rigorose contro i cambiamenti climatici. La loro audacia nel denunciare l'inazione climatica è notevole, soprattutto considerando l'età dei ricorrenti, compresi tra gli 11 e i 24 anni.
L'udienza di ieri 27 settembre presso la Corte europea dei diritti dell'uomo ha segnato l'inizio del più grande caso climatico mai portato in tribunale. La composizione speciale della Corte, composta da 17 giudici con un verdetto inappellabile, suggerisce l'importanza del caso.
Il focus di questo caso è sulla mitigazione dei cambiamenti climatici, una dimensione spesso evitata in passato dagli organismi per i diritti umani. L'udienza ha attirato l'attenzione di centinaia di attivisti che hanno mostrato il loro sostegno ai giovani portoghesi di fronte alla Corte di Strasburgo.
Tuttavia, i giovani e i loro avvocati sono rimasti delusi dalle risposte dei rappresentanti degli stati chiamati in causa, che sembrano minimizzare l'importanza delle questioni climatiche per i diritti umani. Nonostante gli argomenti tecnici avanzati dagli avvocati degli stati, le prove della minaccia climatica sono rimaste incontestate.
Il caso è complesso, con gli stati che invocano il principio della "sussidiarietà" e del "margine di manovra" per evitare la responsabilità climatica condivisa. Tuttavia, gli avvocati dei giovani portoghesi rimangono fiduciosi che la Corte riconoscerà l'urgenza della situazione e prenderà una decisione giuridicamente vincolante per spingere gli stati a impegnarsi in tagli alle emissioni urgenti.
In un momento in cui l'urgenza climatica è sempre più evidente, questo caso rappresenta un passo importante verso la giustizia climatica. La finestra temporale per agire si sta rapidamente chiudendo, e il mondo guarda con attenzione a Strasburgo in attesa della sentenza del 2024.
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