La Regione Lombardia ha pubblicato in data 28 Giugno 2023 sul BURL SO nr. 26 (da pag. 9) la prima identificazione delle aree prioritarie ex Decreto 101.
Sono 34 le zone prioritarie nella provincia di Bergamo e sono i comuni di Algua, Aviatico, Branzi, Carona, Cassiglio, Castione Della Presolana, Clusone, Costa Di Serina, Fino Del Monte, Fonteno, Foppolo, Gandellino, Gromo, Isola Di Fronda, Lenna, Mezzoldo, Moio De' Calvi, Olmo Al Brembo, Oltressenda Alta, Onore, Piario, Piazza Brembana, Piazzatorre, Piazzolo, Ponte Nossa, Premolo, Riva Di Solto, Selvino, Solto Collina, Songavazzo, Valbondione, Valgoglio, Valnegra, Villa D'Ogna.
L’esecuzione delle misure è stata effettuata da ARPA Lombardia presso il Laboratorio di radioattività ambientale della sede di Bergamo (ora U.O. Centro Regionale Radioprotezione) utilizzando la tecnica dei rivelatori a tracce nucleari di tipo CR-39.
Il metodo descritto utilizza rivelatori passivi di materiale plastico, chiamati appunto CR-39, che sono sensibili alle radiazioni alfa emesse dal radon e dai suoi prodotti di decadimento. Qui di seguito riassumo i passaggi chiave del processo:
Preparazione del rivelatore: Il CR-39 è un tipo di plastica sensibile alle particelle alfa. Viene posto in una camera di diffusione, una sorta di contenitore in plastica chiuso con un tappo. Questa camera consente al gas radon di entrare.
Esposizione al radon: Durante il periodo di esposizione, il radon presente nell'ambiente circostante diffonde nella camera di diffusione. Le particelle alfa emesse dal decadimento del radon e dei suoi "figli" interagiscono con la superficie del CR-39, causando danni ai legami chimici e lasciando tracce latenti sulla sua superficie.
Raccolta dei rivelatori: Dopo il periodo di esposizione, i rivelatori CR-39 vengono rimossi dalla camera di diffusione.
Trattamento chimico: I rivelatori vengono sottoposti a un trattamento chimico che rende le tracce latenti sulla superficie del CR-39 visibili tramite metodi ottici. Questo processo consente di rendere leggibili le tracce lasciate dalle particelle alfa.
Analisi delle tracce: Le tracce visualizzate vengono conteggiate e misurate. La densità delle tracce è direttamente correlata alla concentrazione di radon nell'ambiente durante il periodo di esposizione.
Calcolo della concentrazione di radon: Utilizzando una relazione di proporzionalità tra il numero di tracce, il tempo di esposizione e la concentrazione di radon, è possibile calcolare la concentrazione di radon nell'area durante il periodo di rilevamento.
Questo metodo è utilizzato per determinare la concentrazione di radon in diverse aree della Lombardia e può fornire informazioni cruciali sulla presenza di radon in ambienti chiusi, contribuendo alla protezione della salute umana.
Il radon rappresenta un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, originato dalla decadimento dell'uranio e del radio, elementi radioattivi presenti in modo naturale sulla Terra.
Le principali fonti di radon derivano dal suolo, dalle rocce, dai materiali da costruzione come il tufo e il granito, e dalle falde acquifere. A causa della sua natura di gas nobile, il radon ha un'elevata mobilità e può diffondersi agevolmente nell'ambiente.
Nel contesto edilizio, il radon presente nel suolo penetra negli edifici attraverso porosità del terreno e del pavimento, microfratture delle fondamenta, giunzioni tra pareti e pavimenti, nonché fori delle tubature. All'aperto, il radon si disperde e si diluisce, ma negli spazi interni può accumularsi, talvolta raggiungendo concentrazioni significative.
Le concentrazioni più elevate di radon sono generalmente riscontrate negli ambienti a diretto contatto con il suolo, come seminterrati e piani terra senza adeguata ventilazione, specialmente se situati in zone con terreni ricchi di radon o dei suoi "precursori" come radio e uranio, e caratterizzati da alta permeabilità o fratturazione del terreno.
La presenza di una scarsa circolazione d'aria contribuisce all'accumulo di radon negli ambienti interni.
Di conseguenza, concentrazioni elevate di radon possono manifestarsi sia in abitazioni che nei luoghi di lavoro. Certi ambienti specifici, quali miniere (principalmente di uranio, ma non solo), grotte, catacombe, metropolitane e stabilimenti termali, sono particolarmente soggetti a questo rischio.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità classifica il radon come un agente cancerogeno, rappresentando la seconda causa principale di tumore ai polmoni dopo il fumo, con cui agisce in sinergia. Gli effetti di questi due fattori cancerogeni non si sommano semplicemente, ma si potenziano reciprocamente.
L'esposizione al radon comporta un aumento del rischio di sviluppare patologie tumorali, proporzionale sia alla concentrazione di radon presente negli spazi di vita e di lavoro, sia alla durata dell'esposizione stessa, che deve essere prolungata nel tempo (diverse ore al giorno per molti anni) per avere un impatto significativo.
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