Gli scienziati svedesi hanno rivelato che i bicchieri e le tazze di carta, spesso utilizzati come alternative ai loro omologhi in plastica per il consumo di bevande da asporto, possono danneggiare gli organismi viventi qualora finiscano nell'ambiente naturale. Lo studio ha concentrato la sua attenzione sugli effetti di bicchieri monouso realizzati con diversi materiali sulle larve di una specie di mosca chiamata Chironomus riparius. La professoressa Bethanie Carney Almroth, principale autrice dello studio e docente presso il Dipartimento di Biologia e Scienze Ambientali dell'Università di Göteborg, spiega che "abbiamo esposto bicchieri di carta e plastica all'acqua e al fango per alcune settimane e abbiamo monitorato gli effetti delle sostanze chimiche rilasciate sulle larve. Tutti i tipi di bicchieri hanno influenzato negativamente la crescita delle larve".
Un problema chiave è che la carta utilizzata per realizzare i bicchieri non è intrinsecamente resistente all'acqua e ai grassi, richiedendo quindi un rivestimento di plastica per proteggere il materiale da liquidi come caffè e cappuccino. Questo rivestimento è spesso costituito da polilattide (PLA), una forma di bioplastica derivata da risorse rinnovabili come mais, manioca o canna da zucchero. Gli scienziati svedesi sottolineano che, sebbene le bioplastiche siano considerate più sostenibili poiché derivano da fonti rinnovabili, possono comunque rivelarsi tossiche. La Carney Almroth avverte che "le bioplastiche non si degradano efficacemente nell'ambiente, nell'acqua. C'è il rischio che queste plastiche rimangano nell'ambiente e si frammentino in microplastiche, che potrebbero essere ingerite dagli animali e dall'uomo, analogamente ad altre forme di plastica convenzionale. Le bioplastiche contengono una quantità simile di sostanze chimiche rispetto alle plastiche tradizionali, alcune delle quali sono note per essere tossiche".
L'articolo su Environmental Pollution affronta anche la necessità di un cambio di rotta significativo per mitigare l'inquinamento da plastica e proteggere la salute umana. La Carney Almroth ricorda come, nel secondo dopoguerra, i prodotti monouso furono introdotti con campagne per incentivare il loro smaltimento, un'abitudine all'epoca innaturale. Oggi, invece, siamo chiamati a invertire questa tendenza e ad adottare stili di vita più sostenibili. La soluzione potrebbe essere portare la propria tazza riutilizzabile quando si acquista il caffè da asporto o concedersi il tempo di gustare la bevanda da una tazza tradizionale.
Nel frattempo, l'ONU sta negoziando con le nazioni di tutto il mondo per raggiungere un accordo vincolante che affronti il problema dell'inquinamento da plastica. La Carney Almroth è parte della Scientists Coalition for an Effective Plastics Treaty (SCEPT), un'organizzazione che fornisce dati scientifici per sostenere i negoziati. La sua richiesta principale è quella di eliminare rapidamente la plastica non necessaria e problematica, mantenendo una vigilanza per evitare di sostituirla con alternative altrettanto dannose. SCEPT chiede anche una maggiore trasparenza nell'industria plastica, richiedendo la divulgazione delle sostanze chimiche utilizzate nei prodotti, simile alle pratiche dell'industria farmaceutica. Tuttavia, l'obiettivo finale rimane la drastica riduzione della produzione di plastica.
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