In Italia, gli investimenti nell'acqua ammontano a 52€ procapite all'anno. Secondo l'ARERA, le perdite idriche sono del 41,8%.

 

I gestori si concentrano principalmente sulla riduzione delle perdite, seguiti da interventi sulla depurazione, la prevenzione delle interruzioni del servizio idrico e l'ammodernamento del sistema fognario.

A partire da luglio 2022, l'Autorità ha valutato le proposte tariffarie biennali (2022-2023) di 48 gestori, che servono poco meno di 27 milioni di persone.

Rispetto al 2021, l'incremento medio delle tariffe per gli utenti è del 4,97%, con variazioni diverse a livello geografico: +3,32% nel Sud e nelle Isole, +4,42% nel Nord-Est, +5,36% nel Centro e +6,26% nel Nord-Ovest.

In base ai programmi di intervento trasmessi all'Autorità (che fanno parte della regolamentazione di ogni gestore), gli investimenti pianificati (al netto dei finanziamenti pubblici) ammontano a 208 euro procapite a livello nazionale (52 €/ab/anno), con valori più alti nel Centro (286 €/ab) e più bassi nel Sud e nelle Isole (132 €/ab).

Considerando anche i finanziamenti pubblici, la spesa complessiva per gli investimenti nel quadriennio 2020-2023 ammonta a 13,5 miliardi di euro. Le verifiche effettuate sui costi delle immobilizzazioni confermano un generale miglioramento nella capacità di realizzare gli investimenti pianificati, con un tasso di realizzazione che si avvicina al 100%, sebbene sia leggermente inferiore per i gestori nel Sud e nelle Isole.

Nel 2022, la spesa media sostenuta da una famiglia di 3 persone, con un consumo annuo di 150 m3, ammonta a 326 euro all'anno a livello nazionale (2,17 euro al metro cubo). Questo dato si riferisce a un campione di 63 gestori che forniscono servizi a circa 34 milioni di persone, con una spesa più bassa nel Nord-Ovest (232 euro/anno) e più alta nel Centro (390 euro/anno), dove è prevista una maggiore spesa procapite per gli investimenti nel periodo 2020-2023. Nelle regioni del Sud e nelle Isole, la spesa si ferma a 132 euro/abitante.

Analizzando le voci che compongono la bolletta dei consumatori domestici con un consumo annuo di 150 m3, circa il 39,2% della spesa è attribuibile al servizio idrico, che a livello nazionale costa 127,7 euro all'anno, il 12,1% è destinato al servizio fognario (39,4 euro/anno) e il 29,2% al servizio di depurazione (95,3 euro/anno). La quota fissa rappresenta il 10,4% (33,9 euro/anno) e le imposte il 9,1% (29,6 euro/anno).

Nel 2022, l'Autorità ha condotto un'analisi approfondita sugli aspetti tecnici e infrastrutturali basata sui dati più recenti disponibili (2021), includendo un campione più ampio di gestori e utilizzando il 2016 come anno base per i confronti dei macro-indicatori di qualità tecnica.

La media nazionale delle perdite idriche si attesta al 41,8%, corrispondente a 17,9 m3/km/giorno. Questo dato rappresenta un miglioramento del 12% rispetto all'anno base, ma persistono differenze significative tra le diverse regioni (il cosiddetto "water service divide").

Anche i dati sulle interruzioni del servizio mostrano una disparità territoriale, influenzata da situazioni critiche specifiche. Le interruzioni medie sono più basse nel Nord-Ovest (0,66 ore/anno) e nel Nord-Est (0,68 ore/anno), mentre sono più alte nel Centro (31,55 ore/anno) e nel Sud e nelle Isole (204,69 ore/anno). Tuttavia, dal 2016, questo dato presenta una riduzione media del 32%.

Per quanto riguarda il sistema fognario, nonostante i miglioramenti rispetto all'anno base, i dati evidenziano una percentuale di scaricatori di piena non adeguati alle normative nel Sud e nelle Isole, che è quasi il doppio rispetto alle altre regioni.

A livello nazionale, il 20% degli scaricatori di piena non è conforme alle normative, e ci sono in media 4,6 allagamenti e sversamenti ogni 100 km di rete fognaria (con un picco di 10 ogni 100 km nel Sud e nelle Isole).

L'analisi dei fabbisogni di investimento (al netto dei finanziamenti) per il biennio 2022-2023, che corrisponde al periodo di aggiornamento della pianificazione, conferma che a livello nazionale i gestori concentrano i loro sforzi sulla riduzione delle perdite idriche, che assorbono il 27% delle risorse programmate (un aumento rispetto al 22% dell'anno precedente).

Segue l'investimento nel miglioramento della qualità dell'acqua depurata al 16,1% (rispetto al 18,1% precedente), nella riduzione delle interruzioni idriche al 15,3% (rispetto al 13,5%) e negli interventi per l'adeguamento del sistema fognario al 13,5% (rispetto al 13,9%).

La percentuale di investimenti nelle infrastrutture del servizio idrico integrato non direttamente collegabili a specifici obiettivi di qualità tecnica fissati dall'Autorità è del 10,5%.

In generale, il quadro nazionale per il biennio è maggiormente incentrato sugli investimenti nelle infrastrutture dell'acquedotto (45,6%) rispetto alle reti fognarie e agli impianti di depurazione (complessivamente il 40,66%), con alcune differenze tra le diverse regioni. Nel Nord-Ovest, ad esempio, si evidenzia un maggiore fabbisogno nelle fasi di fognatura e depurazione, mentre nel Centro Italia la priorità è data alle infrastrutture dell'acquedotto.

Da Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), e dati dalla Relazione annuale 2023.

========================= 

Seguimi anche su Facebook, Instagram e YouTube

Commenti

In questo blog non viene raccolto alcun dato personale degli utenti che mi contattano tramite email o tramite il il modulo sotto. Tuttavia, potrei utilizzare le informazioni fornite dagli utenti per rispondere alle loro richieste. In ogni caso, mi impegno a proteggere la privacy degli utenti e a non condividere alcuna informazione con terze parti, se non nei casi in cui sia richiesto dalla legge. Massimo Bologna

Per contattare l'autore

Nome

Email *

Messaggio *