Lettera aperta di una cinquantina di medici, scienziati ed esperti sulla Direttiva europea per la qualità dell’aria.
Un gruppo di circa cinquanta medici, scienziati ed esperti ha inviato una lettera aperta al Governo e alle forze politiche riguardo alla posizione assunta dalle Regioni settentrionali italiane in merito alla proposta della Commissione Europea per una nuova Direttiva sulla qualità dell'aria ambiente.
I firmatari della lettera mettono in luce il fatto che "i governatori delle regioni settentrionali stanno richiedendo limiti di inquinanti meno rigorosi rispetto a quelli proposti dall'Unione Europea, una deroga temporanea e una condivisione delle responsabilità che non desiderano sostenere. In pratica, i governatori ritengono che le misure per proteggere la salute possano minacciare l'economia e l'industria."
I firmatari evidenziano quindi come "in qualità di medici ed esperti nelle discipline che si occupano dell'ambiente e della salute, riteniamo che si tratti di un'iniziativa manchevole di rispetto nei confronti del contesto europeo e del dibattito tecnico in corso sulla proposta di Direttiva. Si presume di basarsi su dati migliori e più aggiornati rispetto a quelli forniti dalla Commissione, ma è ingannevole nel dichiarare come tutela del bene comune ciò che, invece, mira a mantenere il livello di inadeguatezza delle azioni sinora intraprese, sabotando così il processo legislativo a livello nazionale ed europeo. Qualsiasi ulteriore flessibilità e deroga nell'attuazione di misure, anche drastiche se necessarie, per ridurre le emissioni di inquinanti non fa altro che aumentare i danni alla salute dei cittadini in termini di malattie e mortalità, aggravare la crisi ambientale, climatica e gli eventi estremi che ne derivano, e comportare costi sanitari insostenibili (incluso il rischio di pandemie) e danni derivanti da eventi catastrofici come alluvioni, siccità e frane. Inoltre, è importante sottolineare che lo studio di impatto su cui si basa la proposta della Commissione Europea dimostra chiaramente che tutti gli scenari considerati, compresa l'opzione selezionata, "offrono vantaggi netti considerevolmente superiori ai costi (tra 29 e 38 miliardi di EURO)".
Di conseguenza, i firmatari chiedono con fermezza il ritiro dell'iniziativa, supportando ulteriormente la loro richiesta con dati scientifici che dimostrano come "la questione dell'inquinamento atmosferico nella Pianura Padana abbia una diagnosi precisa, le conseguenze e i costi dell'inazione siano ben noti e le soluzioni siano già state individuate. È solo una questione di non perdere altro tempo."
Commenti
Posta un commento